Angioplastica in lesioni molto complesse
Lesione coronariche con anatomie ostili possono esser trattate con Angioplastica con ragionevole margine di sicurezza.
La malattia coronarica dei principali rami o coinvolgente il tronco comune (TC), la presenza di importanti calcificazioni, lunghe lesioni, tortuosità di decorso dei rami, biforcazioni, occlusioni croniche (CTO) e tutte le varie combinazioni possibili di queste condizioni, costituiscono un gruppo noto come “lesioni molto complesse”, che sempre più spesso possono esser affrontate con successo con Angioplastica.
Tali lesioni vengono classificate in maniera universale con uno score chiamato Syntax che cresce con l’aumentare della complessità anatomica; si ottiene così un punteggio per ogni lesione e un punteggio totale per paziente; alti punteggi di Syntax score, indicando un quadro coronarico più complesso, suggerisce un alto rischio di rivascolarizzazione meccanica, pertanto corrispondono e definiscono pazienti tradizionalmente indirizzati alla cardiochirurgia.
L’enorme esperienza maturata nel corso degli anni dagli Operatori e di pari passo l’innovazione tecnologica dei materiali, sia per quanto riguarda i fili guida, palloni, stent, dispositivi di supporto (Guide Liner, trombo aspiratori, etc.), oltre che l’utilizzo più esteso di device di debulking di placca quale il Rotablator e dispositivi di supporto meccanico ventricolare (Impella), hanno permesso il trattamento di lesioni anatomicamente molto complesse, in condizioni di ragionevole sicurezza.
La pratica clinica insegna che spesso non ci sono solo lesioni complesse ma pazienti “globalmente complessi e compromessi”, in cui alle difficoltà anatomiche si aggiunge la compromissione generale che li rende candidati non idonei al by pass aorto coronarico. Questa categoria di pazienti, sempre più frequente nella realtà clinica quotidiana, può trovare uno spazio nell’interventistica a patto che a guidare l’azione dell’Operatore siano prevalentemente le regole del buon senso e la legge del compromesso, cercando di uscire dalle canoniche e limitative Linee Guida, riappropriandosi del mestiere di “medico” con procedure ed interventi confezionati ad Hoc.